L'edizione n.36, diretta da Nicoletta Romeo, dal 16 al 24 gennaio 2025, ha come fil rouge: Oltre i confini dell’Europa: i Balcani e noi, dagli anni Novanta a oggi. 130 film, tra anteprime italiane ed eventi speciali, concorsi internazionali e sezioni tematiche, per indagare e incontrare la realtà oltre i confini, l’immaginario apolide di un mondo in fermento, in cerca di presente e futuro, per ricostruire il recente passato degli anni Novanta nei Paesi balcanici.
Apre questa edizione l’ultimo film di Peter Kerekes, Wishing on a star, autore slovacco-ungherese che ha visto tutti i suoi film presentati al Trieste Film Festival; seguirà l’anteprima italiana de Lo Spartito della Vita (Sterben) di Matthias Glasner, comedy-drama tedesca ironica e graffiante, sul rapporto tra affetti e morte in una famiglia disfunzionale eppure ancora viva. Rapporti familiari e ricerca di nuove possibilità sono al centro anche dell’evento di chiusura, con la prima nazionale di Crossing di Levan Akin, viaggio dalla Georgia alla Turchia, un incontro inaspettato con il mondo queer.
La lente sul mondo passa, necessariamente, dallo sguardo sull'attualità e alle guerre ancora in atto proprio alle porte dell’Europa: in anteprima italiana arriva The invasion di Sergei Loznitsa che, dieci anni dopo l'uscita del suo film epico Maidan, continua le sue cronache ucraine e documenta la lotta del suo Paese contro l'invasione russa.
Dal documentario al racconto più intimo delle conseguenze della guerra in Ucraina in Under the volcano di Damian Kocur - regista che con il precedente Bread and Salt vinse il Premio speciale della Giuria Orizzonti a Venezia 2022, oggi candidato agli Oscar per la Polonia.
In anteprima italiana, al festival ci sarà anche My Late summer di Danis Tanović, regista premio Oscar al Miglior film straniero nel 2002 con No man’s land, che oggi ritorna con un film dolce-amaro che indaga il passato nel Paese con una storia di eredità e perdono.
Tra le novità, nasce quest’anno la sezione Visioni Queer, curata da Giuseppe Gariazzo, per seguire lotte e diritti (ancora) negati alla comunità Lgbtq+ nei Paesi orientali e balcanici, con titoli come As I was looking above I could see myself, documentario del kosovaro Ilir Masanaj, il primo girato in Kosovo senza oscurare volti e nomi dei profili coinvolti, Housekeeping for Beginners, film del nord-macedone Goran Stolevski, dramedy su una comune queer dove la legge si oppone alla libertà dei corpi, e Avant-Drag! Radical Performers Re-Image Athens del greco Fil Ieropoulos, ritratto di dieci artisti e artiste drag che vivono ad Atene, delle loro performance artistiche, veri gesti politici.
La sezione Wild Roses, curata dal regista Stefan Ivančić, è dedicata quest’anno alle cineaste della Serbia contemporanea; la retrospettiva sul 1945 La guerra è finita?, a cura di Francesco Pitassio riflette sul lascito e l’eredità del secondo conflitto mondiale a 80 anni dalla fine.
Il Concorso Lungometraggi conta quest’anno 7 titoli, tutti in anteprima italiana. A partire dal vincitore del festival di Locarno, Toxic di Saulė Bliuvaitė, storia di formazione che indaga i sogni adolescenziali e affonda le radici nella moda nei decenni scorsi, in cui si arruolavano adolescenti dai paesi baltici per via dei colori chiari e del fisico sottile. Da Locarno arriva anche Fekete pont (Lesson Learned) di Bálint Szimler, Pardo per la migliore interpretazione a Anna Mészöly e menzione speciale Concorso Cineasti del presente: il film ci fa conoscere il sistema scolastico ungherese (oggi in crisi), un sistema oppressivo che viene sfidato dalla giovane insegnante Juci.
Candidato della Romania agli Oscar, in concorso a Cannes, è invece Three Kilometres to the end of the world di Emanuel Pârvu.
Tra i film più particolari ci sarà The Shameless di Konstantin Bojanov, regista di origini bulgare che firma un’opera ambientata in India dalle tematiche Lgbtq+, con una sottotrama sulla corruzione politica, un film oscuro per trama ma dai colori vivaci, una rappresentazione del Paese che non cade in esoticizzazioni ma riesce a fornire un’immagine cruda e reale, anche del contesto della prostituzione. Mord (Our Lovely Pig Slaughter) di Adam Martinec, al suo primo lungometraggio, ci porta invece nei territori cecoslovacchi: è il racconto di una famiglia durante la festa tradizionale in cui si uccide il maiale in una vecchia fattoria. E di famiglie si parla anche in Family Therapy di Sonja Prosenc.
Vi segnaliamo inoltre alcuni incontri e Masterclass all’Antico Caffè e Libreria San Marco:
MERCOLEDÌ 22 GENNAIO, ore 11:00
Sergei Loznitsa (regista The Invasion), Ado Hasanović (My Father’s Diaries), Lina Vdovîi, Radu Ciorniciuc (Tata), Armands Začs (To Be Continued. Teenhood.), Maja Novaković (At the Door of the House Who Will Come Knocking).
GIOVEDÌ 23 GENNAIO, ORE 11:00
Dimitris Nakos (regista Meat), Saulė Bliuvaitė (Toxic), Sonja Prosenc (Family Therapy), Laila Pakalnina (Termini), Maciej J. Drygas (Trains), Nanna Frank Møller, Zlatko Pranjić (The Sky Above Zenica).
VENERDÌ 24 GENNAIO, ORE 11:00
Danis Tanović (My Late Summer), Anja Matković (attrice My Late Summer), Nikola Kuprešanin (sceneggiatore My Late Summer), Damian Kocur (regista Under the Volcano), Paula Ďurinová (regista Lapilli), Bálint Szimler (regista Lesson Learned), Marko Đorđević (regista That’s it for today).
Per maggiori informazioni sul festival: www.triestefilmfestival.it