© Jaime Machado

Catarina e a beleza de matar fascistas, spettacolo in portoghese, soprattitolato in francese ed inglese, è andato in scena al Teatro di Vidy di Losanna dal 30 settembre al 3 ottobre 2020. Tiago Rodrigues, ancora una volta, firma uno spettacolo intenso, dalla recitazione impeccabile e dagli interrogativi per nulla banali. Con un grande invito al suo pubblico: la disobbedienza civile.

Catarina e a beleza de matar fascistas affronta uno dei temi chiavi della nostra esistenza in quanto uomini e donne, in quanto cittadini: Possiamo violare le regole della democrazia per meglio difenderla? Possiamo uccidere qualcuno se si ha un credo politico, se si combatte una dittatura o il populismo dilagante di questi anni? È giusto farsi giustizia da sé? Oppure uccidere è eticamente inaccettabile?

L’interrogativo non è da poco, ed è quello che, dall’inizio alla fine dello spettacolo, tormenta tutti i protagonisti in scena e di conseguenza il pubblico in sala. Il regista portoghese, che ho già avuto modo di apprezzare ad Avignone con lo spettacolo Sopro nel 2017, lo ha saputo sviscerare senza cadere mai nella banalità, e lo ha condito con ironia, adattandolo ai nostri tempi.

La storia è la seguente: in un piccolo villaggio di campagna del Portogallo, in una casetta improvvisata in mezzo al nulla, ogni anno una famiglia si riunisce al completo per uccidere un fascista e vendicare così la morte di una giovane donna, Catarina Eufémia, una contadina uccisa durante la dittatura d’António de Oliveira Salazar, nel 1954.

Quest’anno avrà l’onore di vendicare l’antenata, la giovane Catarina (dopo l’eccidio, tutte le donne di famiglia sono diventate Catarina), ma la ragazza, proprio sul punto di sparare ad un politico portoghese, rapito per l’occasione, si ferma e posa la pistola. «Non posso» dirà, «non voglio uccidere», con il grande stupore di tutti i presenti.

Ha ragione la giovane Catarina a rifiutarsi di commettere lo stesso gesto compiuto tanti anni prima da un fascista oppure, contro le derive populiste degli ultimi decenni, le parole sono inutili? Catarina non vuole uccidere e vuole rompere con quella tradizione di famiglia che trova macabra e per l’appunto fascista, la madre invece le spiega come ogni giorno quella politica uccida e generi terribili sofferenze a tutte le minoranze: omosessuali, avversari politici, minoranze etniche... Che fare dunque? Chi ha ragione? E soprattutto, noi cosa faremmo?

Tiago Rodrigues non dà risposte, come è giusto che sia; con questa pièce, però, ci invita alla riflessione e sul finale, in fondo, ci dà anche un’indicazione chiara. Sta a noi coglierla e sfruttarla al meglio. Proprio per amore della democrazia.

 

Catarina e a beleza de matar fascistas

Catarina e la bellezza di uccidere dei fascisti

Testo e regia Tiago Rodrigues

Scenografie F. Ribeiro

Costumi José António Tenente

Musiche originali Pedro Costa

Luci Nuno Meira

Suono Pedro Costa

Assistente alla regia Margarida Bak Gordon

Traduzione Daniel Hahn (Inglese) Thomas Resendes (Francese)

Direzione Tecnica Rui Simão

Con Isabel Abreu, Romeu Costa, António Fonseca, Pedro Gil, Sara Barros Leitão, Beatriz Maia, Marco Mendonça, Rui M. Silva.

Produzione Teatro Nacional D. Maria II

Coproduzione Wiener Festwochen - Emilia Romagna Teatro Fondazione - Théâtre-delaCité, CDN Toulouse Occitanie & Théâtre Garonne Scène européenne Toulouse - Festival d’Automne à Paris & Théâtre des Bouffes du Nord - Théâtre de Liège - Teatro di Roma, Teatro Nazionale - Hrvatsko Narodno Kazalište - Comédie de Caen - Maison de la Culture d’Amiens - BIT Tea-tergarasjen - Le Trident, Scène nationale de Cherbourg-en-Cotentin - Teatre Lliure - Centro Cultural Vila Flor - O Espaço do Tempo.

Creazione 2020